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Italia Protagonista - Cava de' Tirreni

Intervista Sen. Gasparri su Il Giornale

Il capogruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri

"Sacrifici per tutti pur di risanari i conti"  

lacopo Granzotto

Roma «Il nostro dovere è tutelare i risparmi e i redditi degli italiani». Fa sempre piacere quando si parla bene dei soldi di una (ex) potenza mondiale del risparmio. E poi il gruzzolo ha sempre il suo perché. Così, la solenne promessa del senatore Maurizio Gasparri serve a dare serenità un governo assediato da responsabilità enormi. È uno strano agosto di superlavoro, dietro l'angolo ci sono decisioni impopolari. Alternative non ce ne sono. Gasparri annuncia l'avvio del confronto sulla Manovra che saràillustratail 5 o 6settembre. Ma la trafila comincia mercoledì pomeriggio in commissione Bilancio. Convocati il direttivo di Senato e Camera, ci saranno Cicchitto e Quagliariello. «Tocca far chiarezza e uscire da una certa generalità che in questi giorni sta creando confusione» annuncia Gasparri. Nel frattempo oggi c'è la riunione della Lega dalla quale potrebbe uscire qualche concessione in tema di previdenza.

Allora onorevole: immobili pubblici, pensioni, va, delega fiscale e assistenziale ce n'è per far tremare le vene ai polsi.

«E tra l'altro la gente non ci capisce più nulla; un giorno leggi una cosa, tre giorni dopo viene contraddetta. Sembra il calciomercato, ma il tempo stringe. Faccio notare che in Borsa ci sono società italiane con un valore nettamente inferiore alle scorte...».

Partiamo dalle pensioni.

«Salvi i diritti acquisiti e la posizione di chi ha lavorato quarant'anni, servono proposte coerenti con quanto il centro destra approvò nel 2004 in materia di pensioni e poi con un gravissimo errore Prodi e la sinistra vollero abrogare. Quel testo fu votato da Fini e Casini che adesso innestano la retromarcia».

L'ipotesi più accreditata sembra sia l'innalza­ mento dei requisiti a 62 anni con 35di anzianità.

«Nessuna anticipazione, non sono un tecnico. Se ne occuperanno il ministro Sacconi e i sindaca­ ti. Faccio solo notare che lavorando di più si avrà una pensione più ricca, lo so è un sacrificio per tutti ma serve a risollevare i conti».

Il contributo sociale sembra uno spaurac­chio...

«Magari se ne potesse fare a meno! Va comun­ que rivisitato. In questi giorni si parla tanto della fatidica soglia del super ricco. Vorrei far notare che anche uno che guadagna100 mila euro lordi all'anno può avere qualche problema se ha quattro figli a carico. Dunque potrebbe non essere più tanto ricco. Detto questo penso che ci sono tantissimi ricchi che dovranno dare una mano al Paese...».

La questione dell'aumento dell'Iva, a Tremonti non piace al premier sì. Politicamente si presenta più digeribile del contributo di solidarietà perché è spalmato sulla totalità dei consu­ matori e non colpisce qualcuno in particolare

«L'aumento dell'Iva entrerebbe in vigore sola- mente su certe aliquote, diciamo dal 10 al 20 per cento. Ma la considero comunque una carta di ri­ serva. Il punto è introdurla subito o utilizzarla in parte come risorsa per coprire la delega previden ziale, per finanziare l'assistenza sociale?».

Ma l'aumento dell'Iva potrebbe ricadere sui prezzi che verrebbero subito aumentati. E in questo momento di calo dei consumi sarebbe una sciagura...

«Sono misure necessarie e impegnative, ai com- mercianti penseremo dopo».

Paura di un settembre rosso? La Cgil già minaccia di riempire la piazza

«Soffiare sul fuoco non è costruttivo. Manifesta­ re è legittimo, se vogliono dissentire facciano pure, sopravviveremo anche a loro. Prima però si facciano un esame di coscienza. Alternative non ce ne sono. Ma lo hanno capito o no che l'Europa ci sta controllando?».

 

INTERVENTO PRESIDENTE GASPARRI A MIRABELLO

dsc_0812Perché in pieno luglio questa iniziativa della festa di Mirabello? Perché in un momento difficile in un momento in cui le difficoltà si vanno moltiplicando? Oggi forse conviene leggere le pagine dei giornali che parlano di Mirabello ed altre saltarle direttamente. Le notizie si moltiplicano: decisioni, sentenze avverse al centrodestra e al suo leader non mancano. Noi però riteniamo che si debbano mantenere i nervi saldi, tenere dritto il cammino, rilanciare l'iniziativa politica.
Ed è per questo che con Alberto Balboni ed Ignazio abbiamo deciso di anticipare l'iniziativa di settembre di Mirabello, anche per non dare alimento a polemiche su contestualità, consueti eventi o quant'altro. Ed a pochi giorni dal Consiglio Nazionale che ha eletto Angelino Alfano abbiamo voluto creare un primo momento di incontro con l'elettorato, con la pubblica opinione ma anche con tanti quadri politici.
Il dibattito con Formigoni, Bondi e Maroni che ha ribadito la possibilità di un forte connubio Pdl-Lega è stato il primo ad aprire questa festa ed anche ad avviarla con successo. Gli amici come Ronchi, Viespoli, Urso, Moffa, hanno fatto delle riflessioni molto interessanti sul futuro del centrodestra e su un rinnovato cammino comune. E poi sono seguiti l'intervento politico di Angelino Alfano, il contributo di idee di Fabrizio Cicchitto, Quagliariello, Corsaro, Gelmini. Ma ciascuno di voi può dare il suo libero contributo di idee nel corso di questa manifestazione: sarà un altro momento importante perché vogliamo ribadire che ci siamo, non ci arrendiamo, e riteniamo che da questa festa si possa indicare una direttrice di marcia.
Ci sono stati vari spunti di dibattito dopo le elezioni amministrative ed il referendum. Nella tavola rotonda moderata da Borgonovo di 'Libero' e da altri giornalisti ci si è interrogati, all'indomani delle elezioni e di questa fase così tumultuosa,  su dove fosse la destra, cosa sia la destra. Io credo che qui da Mirabello, in questo luogo evocativo di una lunga storia, si possa ribadire che la destra è all'interno del Pdl. In questa sala non ci sono solo esponenti di destra, noi siamo un grande partito di centrodestra. E lo dimostriamo nei fatti, difendendo le nostre idee tra la gente ed anche in Parlamento. Penso ad esempio che in questi giorni alla Camera si discute finalmente quella legge che approvammo al Senato per ribadire che cosa è la vita. Una scelta fondamentale e prioritaria. La Destra non può che stare dalla parte della vita, della libertà, che vanno garantite.
La destra è laddove c'è la Patria. Ma credo che anche i temi dell'identità culturale, del no al multiculturalismo siano un elemento identitario della destra di cui il Pdl non si vergogna di parlare. Chi rappresenta la destra lasciamolo dire agli elettori ed alla pubblica opinione, che sono l'unico giudice del tasso di coerenza. E noi non temiamo il giudizio della coerenza perché l'abbiamo dimostrata sul campo con i fatti, con le proposte, con gli atteggiamenti, con i contenuti.
La destra non può essere la deriva del laicismo. La destra non può essere nemmeno la subalternità alla sinistra. Quante volte ce lo siamo detto: che errore la sindrome del politicamente corretto, l'accontentare i grandi commentatori della sinistra. Credo che qui da Mirabello noi possiamo rivendicare un forte tasso di coerenza ed aver fatto a luglio la festa di Mirabello ha anche questo significato. Noi siamo qui per ritrovarci, per esserci. La fisicità della presenza è essa stessa un messaggio di impegno, di positività, di lotta politica che proseguirà con spirito vincente.
E quindi il trovarsi, l'abbracciarsi è già di per sé un segno. Facciamo tutto questo sentendoci orgogliosamente di destra ma in un grande partito di centrodestra. Ricordo ad Arezzo, una decina di anni fa, quando si parlava dell'approdo nel PPE. Ne discutevamo quando c'era ancora Alleanza Nazionale, oggi possiamo dire che il Pdl è una grande forza del popolarismo europeo. Questo per ribadire che siamo fortemente ancorati ad un progetto di centrodestra. E non inseguiamo nessuno. In un'intervista su 'Libero' Casini parlava di una possibile alleanza con il centrodestra. Voglio ribadire che non corriamo dietro a nessuno. Il problema non l'abbiamo noi, ce l'hanno gli altri. Noi procediamo coerenti su una scelta di programma e di valori. Se qualcuno vuole favorire la sinistra, si interroghi sulle sue scelte, sulle sue alleanze e sul campo dei valori nel quale collocarsi. La questione va quindi ribaltata. Perché se si è d'accordo sulla vita, sulla famiglia, su valori di fondo, sulla difesa dell'identità della nostra Nazione, poi sul resto si può ragionare. Ma come ha detto giustamente Angelino Alfano al Consiglio nazionale non vogliamo risposte nel giro di ore, vogliamo riflessioni serie da qui a quando si andrà a votare.
E dobbiamo anche smentire qualche profeta di sventura. Molti dicevano che ci sarebbe stato il Big Bang del Pdl. L'esplosione, la dissoluzione di un partito personale di Silvio Berlusconi. Il fatto che Berlusconi abbia avviato un processo di rinnovamento è l'ennesima smentita ai commenti giornalistici fondati su menzogne. La svolta che si è avviata nel Pdl in queste settimane, e che noi abbiamo assecondato con entusiasmo, generosità e sincera partecipazione, non è un fatto da sottovalutare. Sta iniziando una nuova stagione ed anche questa manifestazione lo sta dimostrando con la grande partecipazione che ha avuto e con i contributi di idee giunti.
Il Pdl ha un grande futuro. Non ci sarà la dissoluzione di questo partito che resterà la locomotiva dell'area politica alternativa alla sinistra per molti anni ancora, rinnovandosi e continuando. Però serve più partito, elezioni delle classi dirigenti, meno nomine. Fantasia e fisicità. Sì, serve la rete internet, serve essere presenti sulle autostrade telematiche ma i circoli, la militanza, la presenza fisica sul territorio, restano una risorsa indispensabile. E noi siamo maestri di questo tipo di impegno che offriamo a questa nuova stagione del Popolo della Libertà. Sul web ma anche tra la gente, come sempre e più di sempre.
A volte ci sono più aspirazioni personali che voglia di lavorare, anche quando ci si lamenta dell'insufficiente azione sul territorio. Eppure siamo pieni di persone che hanno incarichi importanti: coordinatori, vicecoordinatori, regionali, provinciali, comunali. Cosa dobbiamo fare? Eleggerli, per dare ad essi più forza. Ma la prima lezione è che ciascuno, intanto, deve fare la propria parte. Solo così questo partito potrà funzionare meglio. Prima di dire agli altri cosa devono fare, diciamo a ciascuno di noi "cosa faccio nell'esercizio della mia responsabilità".
Ed allora credo che il nostro progetto resti sempre quello della presenza sul territorio, delle regole, del merito. Giorni fa quando Angelino Alfano ha detto 'no alle liste Coca-Cola' (quelle liste alternative che si fanno se non sono soddisfatte le proprie aspirazioni), hanno applaudito tutti. Ebbene, tra quelli che hanno applaudito c'erano anche quelli che hanno fatto le cosiddette 'liste Coca-Cola'. Nessuno si sente colpevole, ma si guarda all'altro e si punta il dito. Questa non va più bene. C'è un partito che deve dare delle regole, che non deve escludere ma che non può tollerare i personalismi portati alle estreme conseguenze.
Il nostro modello resta quello 'gollista'. E questo lo abbiamo sempre sostenuto. Ricordo quando realizzammo un filmato in occasione di un convegno di Destra Protagonista anni fa, in cui facevamo vedere le immagini dei rappresentanti più significativi dei grandi partiti, sia moderati che progressisti, d'Occidente. I repubblicani americani da Reagan a Bush padre, a Bush figlio. I gollisti francesi da De Gaulle a Pompidou, a Chirac a Sarkozy. Questo per dire che si può vincere e si può perdere, ma il nostro è un progetto permanente. Quel filmato oggi si sta realizzando anche per la nostra storia, per la storia della destra italiana: i gollisti si chiamano così anche se De Gaulle non è più in campo da decenni. Noi dobbiamo dare la stessa prospettiva temporale al nostro progetto. Ed oggi stiamo facendo un passo in avanti e che lo si faccia con la guida di Berlusconi, con la spinta di Berlusconi, vuol dire che c'è piena consapevolezza a tutti i livelli di un progetto permanente.
Ed allora andiamo avanti con la nostra classe dirigente. Affrontiamo i temi che ci offre la cronaca politica, ma senza drammi. Penso ad esempio alla discussione sulle primarie. Le elezioni politiche sono ancora lontane, vedremo se Silvio Berlusconi vorrà ricandidarsi o meno, ma io - e lo dico con serenità - non guardo con terrore alla prospettiva di candidature diverse. E non mi scandalizza il fatto che nel Popolo della Libertà e nel centrodestra ci siano più personalità, ovviamente a cominciare da Angelino Alfano il quale ha già il compito gravoso di rilanciare, radicare, rafforzare il Partito. Ho detto con affetto e sincerità: non sovraccarichiamolo di responsabilità in questa fase. Ma proprio il fatto che nel Pdl e nel centrodestra ci sono più personalità che potrebbero concorrere, anche attraverso primarie alla leadership di governo, dimostra che non è vero che il nostro è un partito con un capo ed il deserto intorno, ma è una grande aggregazione con tanti protagonisti in prima linea.
Quindi a quelli che ci chiedono le primarie, noi dobbiamo rispondere con serenità: quando sarà il tempo ne parleremo.
E poi ci sono, oltre a questa prima linea, le classi dirigenti giovani molte delle quali già sperimentate nelle Istituzioni, penso a Giorgia, penso a Peppe Scopelliti, penso a tanti altri che sono in questa sala. Quindi credo che dobbiamo lavorare per un Pdl 100 per cento Pdl, superando in termini positivi le divisioni. Quando si dice basta con il 70-30, anche io mi unisco a questo slogan, purché tutte le individualità vengano valutate per il loro merito e non per la propria provenienza. Ecco quindi un superamento positivo e virtuoso degli schematismi. Ma è questo l'intento di cui tutti ci facciamo garanti e di cui Angelino Alfano è sincero interprete.
Quindi Pdl for ever, questa è la nostra risposta a chi annunciava il Big Bang, la dissoluzione. Un Pdl ancorato al mondo cattolico, per il quale vale lo stesso discorso fatto per il Polo di Centro. I cattolici vogliono far vincere in Italia una sinistra minoritaria che stravolgerebbe la famiglia, i valori essenziali, e potrebbe consentire a coppie omosessuali di adottare figli? In Spagna Zapatero ha già annunciato il ritiro e la sinistra perderà, ma quando vincerà il centrodestra sarà difficile scardinare tutte le leggi devastanti che Zapatero ha introdotto stravolgendo la famiglia, la paternità e quant'altro.
Ed allora l'appello è ai cattolici: evitiamo la deriva a sinistra, rifondiamo una grande aggregazione sui valori del centrodestra. Perché, se le cose si sfasciano, rimetterle a posto non è facile. E i popolari spagnoli che l'anno prossimo governeranno in Spagna, non avranno vita facile nel rimettere a posto le cose. Allora evitiamo all'Italia una parentesi zapaterista. Estendo questa riflessione alle tante organizzazioni e associazioni cattoliche. Non mi rivolgo a partiti in questo caso, non parlo a Casini, parlo al mondo cattolico nella sua globalità, affinché si eviti all'Italia un destino infausto.
Dobbiamo anche governare in un tempo di crisi. In questi giorni c'è tanta preoccupazione. Abbiamo detto più volte che anche sulla manovra economica abbiamo  proposto delle modifiche. Però dobbiamo soprattutto attrezzarci per una grande sfida tra piattaforme continentali. Non siamo di fronte ad una crisi passeggera. Siamo di fronte al rischio di un declino dell'Occidente e dell'Europa insidiato dalla Cina e da altre piattaforme continentali. Serve accanto alla libertà di mercato un progetto delle Nazioni, un progetto dell'Europa. Sì concorrenza, impresa, libertà d'iniziativa ma anche la capacità nel nome dell'economia sociale di mercato di difendere i nostri interessi strategici dalla concorrenza sleale. E' un tema che da anni affrontiamo ma dobbiamo avere più forza.
Giulio Tremonti scrisse un libro anni fa sulla "paura e la speranza". Oggi oggettivamente c'è più paura che speranza ed il nostro governo ha combattuto le paure garantendo stanziamenti forti per la cassa integrazione e per le politiche di sicurezza sociale di cui non ci viene riconosciuto un adeguato merito. Ma noi dobbiamo evitare che Paesi come la Cina distruggano la nostra economia. Difendere l'interesse nazionale ed europeo in questo momento è una priorità da affiancare ad una manovra economica. Si capirà il rigore se si difenderà l'interesse dell'Italia, il nostro lavoro, le nostre imprese, se si accetta la sfida in nome delle regole tra le grandi piattaforme continentali.
C'è poi accanto a questo tema la necessità anche di respingere alcune manovre speculative. Nei giorni scorsi l'Unione Europea con un sussulto di coraggio ha richiamato le società di rating. Noi rispettiamo tutto e tutti, ma ci chiediamo se a volte Moody's, Standard and Poor's e molti altri siamo l'inconsapevole strumento di manovre speculative. In questo momento noi difendiamo l'interesse nazionale dagli speculatori senza volto. Giù le mani dall'Italia, che è una grande Nazione, che difende il suo lavoro, la sua economica, la sua storia. Ecco perché in questi giorni discutendo di manovra economica si parla di ben altro che di un comma o di un codicillo, pur sapendo che molte questioni suscitano inquietudine e preoccupazione.
C'è poi il versante della questione morale e della legalità. Vedete, io dico che il messaggio di Alfano va certamente accolto. Oltre a guardare in casa nostra con rigore, non possiamo però accettare giudizi da una sinistra il cui sistema di corruzione viene colpevolmente coperto da troppi organi di informazione che non ne parlano o non ne parlano abbastanza. Lezioni da D'Alema non intendiamo prenderne. Ci spieghi chi è Morichini, ci spieghi chi sono i nominati di Bersani e di D'Alema. Ci parlino di una questione morale che a sinistra sta riscoppiando in maniera vistosa. Più sobrietà, più spirito militante, più rigore morale. Intanto cominciamo a rivendicare il nostro esempio davanti a tutti.
Credo che la prima cosa da fare in questo caso sia evidenziare il proprio comportamento in prima linea. E anche nel Pdl c'è sicuramente bisogno di meno improvvisazione. Ecco perché il problema della selezione delle classi dirigenti è fondamentale e deve partire dal territorio. Anche a noi è capitato in questi anni di confrontarci con personaggi improvvisati ed inadeguati. Parlo di seconde o terze file. Anche le seconde e terze file devono nascere dalla militanza, dal territorio, dall'esperienza politica. Non dall'improvvisazione. La politica non è un lavoro, è una missione. Lo ricordino tutti e per noi del Pdl oggi questo impegno da autentici missionari deve essere rilanciato, confermato e rafforzato perché condiviso dal 99 per cento, da Berlusconi in giù.
Noi vogliamo essere e siamo i guardiani della legalità. E lo dico alla sinistra anche su un altro versante. Se sulla questione morale D'Alema, le cooperative, le sue fondazioni, Morichini, i voli aerei, tanti hanno molto da spiegare, penso anche a quello che è stato fatto nella lotta alla mafia. Il fatto che il segretario del partito diventi Angelino Alfano credo sia anche un messaggio simbolico. Qui ci sono ragazzi che hanno indossato anni fa quelle magliette in cui c'era una bella frase: 'meglio un giorno da Borsellino che cento anni da Ciancimino'. A sinistra piacciono talmente tanto i Ciancimino che morto un Ciancimino ne hanno adottato un altro. Adesso Ciancimino Junior è la loro icona. In nostro simbolo resta Borsellino. Quello di Santoro e di Ingroia è Ciancimino Junior. Ognuno si tenga gli eroi che sceglie. Noi ieri e oggi e domani saremo con Borsellino. Loro sono con i Ciancimino di ogni generazione. Vergogna, vergogna, vergogna. Ciancimino è andato in carcere per possesso di esplosivi. Mi chiedo: per quel reato non c'è il giudizio immediato? Sono passati mesi senza giungere a questa decisione, perché non lo hanno giudicato subito? C'è una grave omissione di alcuni settori politicizzati della magistratura che vogliono i Ciancimino e non vogliono la condanna di chi ha infangato carabinieri, poliziotti, ed altri esponenti della legalità.
Selezione, merito, capacità, militanza, ritrovarsi, esserci, essere presenti con le forme nuove della politica ma anche con la tradizionale presenza sul territorio, difendere il bipolarismo, il presidenzialismo. Per la legge elettorale, il Pd che ci dà lezioni ma promuove due referendum contemporaneamente. Noi non temiamo nessuna riforma, anzi dobbiamo rilanciare: riduzione dei parlamentari, elezione diretta del Presidente della Repubblica, revisione delle strutture sul territorio, ma soprattutto lasciare lo scettro ai cittadini. Non faremo passare riforme truffa che con il pretesto di scegliere il candidato evitino che siano i cittadini a scegliere i governi, ma li lascino alla scelta dei partiti. E' la restaurazione del Palazzo e noi non dobbiamo lasciare ad altri la bandiera della contestazione, dobbiamo recuperare le ragioni profonde di un grande movimento, di innovazione, di democrazia diretta e di partecipazione.
Le nostre parole d'ordine sono state vincenti. La prima: unità del centrodestra. Anche in queste settimane sulla base di un dibattito alimentato da alcuni giornali, qualcuno ha pensato: 'ma quasi quasi, noi di destra che veniamo da una certa esperienza ci riprendiamo le nostre quattro cose, i nostri libri, i nostri vessilli e ci rifacciamo un partitino di destra'. Io credo invece che noi abbiamo fatto molto bene a confermare, soprattutto in questa fase, un grande progetto. Non sono i piccoli partiti che possono offrire grandi soluzioni al futuro della nazione.
Sono tempi difficili, tempi decisivi. Servono grandi progetti. Quindi non solo confermiamo la validità del progetto del Pdl ma ne rivendichiamo la partecipazione alla guida, perché in questi anni abbiamo dimostrato di viverlo con generosità, con spirito militante, con coraggio, con determinazione e con una visione altruista, non per conseguire favori e vantaggi personali, ma per difendere l'interesse della nazione.
E se si vuol difendere l'interesse della nazione servono grandi strumenti, grandi progetti non partiti e partitini, che alla fine devono anche litigare tra loro per lo strapuntino di un sottosegretario in più o in meno. Non è per questo che abbiamo iniziato il nostro percorso.
Voglio allora ringraziare i tanti volti che vedo in questa sala. Mentre molti si lambiccavano sul che fare o che non fare dopo elezioni amministrative certamente negative, con molti dei presenti abbiamo detto: andiamo a Mirabello, ritroviamoci, parliamo di politica, facciamo vedere che questo partito ha una classe dirigente, che ha una pluralità di presenze, che può andare avanti comunque e andrà avanti con la spinta di un grande leader come Berlusconi, ma realizzando quello che lui ha detto molte volte, un partito che si proietti oltre la sua guida.
Questo dobbiamo fare e ciò dipende da noi, dipende da voi. Noi abbiamo un lungo percorso alle spalle, però abbiamo ancora entusiasmo, voglia di fare, ed è per questo che ci siamo ritrovati qui a Mirabello, non per litigare con nessuno. Le battaglie valoriali e della destra sono nel centrodestra, sono nel Pdl, sono nella grande famiglia europea del PPE. Non è qualche sconfitta che può interrompere il nostro cammino. Ed è con orgoglio che ho visto sul Corriere della Sera una bella foto di Angelino con accanto me ed Ignazio. Ecco era questo il messaggio che volevamo dare. Siamo stati sempre in prima linea, lo siamo anche oggi, saremo la locomotiva della rivincita del Popolo della Libertà.
Buon lavoro a tutti quanti noi e grazie, grazie per aver condiviso queste giornate di entusiasmo e di calore ma di voglia di fare che ricorderemo a lungo. Da Mirabello per un grande avvenire del Pdl e del centrodestra.

   

Le micosi sono infezioni frequenti nel periodo estivo

Le micosi sono infezioni frequenti nel periodo estivo

Le micosi vaginali ( CANDIDA ) sono infezioni molto frequenti nel periodo estivo, causate dai microrganismi miceti, che sono funghi microscopici presenti nell’ambiente.Fattori favorenti in questa stagione sono rappresentati proprio dalla Sabbia , Costumi Bagnati , Caldo Umido , Piscine e Sdraio ( è sempre opportuno Non distrarsi ed usare le adeguate misure igienico sanitarie) !!

Con questo non significa che qualsiasi contatto può provocare una micosi. Queste insorgono solo se si verificano le condizioni ideali per le quali i miceti riescono a svilupparsi, come un sistema immunitario indebolito o una cute particolarmente sensibile a causa di un eccessiva sudorazione.

Adottiamo le norme di prevenzione , in particolare nei luoghi molto affollati ( ad esempio ma sedersi a diretto contatto su sedie , sdario, e sabbia ma usare sempre il Proprio TELO da mare ;

Ai primi fastidiosi sintomi (prurito , bruciore , perdite anomale) specie per le Bambine più piccole chiedere adeguati consigli al vs GINECOLOGO !

DANIELE dr . LANGELLA

 
 
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    ACNE : giovani donne come affrontarlo!

    ACNE : giovani donne come affrontarlo!

    Si parla sempre più spesso dell'uso degli estroprogestinici( PILLOLA) in GINECOLOGIA e Dermatologia , riferendoci al fatto che alcuni di essi, quantunque modernissimi ed alla moda, potessero addirittura esacerbare un'acne, ipertricosi o seborrea, esercitando alla fine degli effetti androgenizzanti. Il problema era soprattutto legato all'azione di progestativi androstanici e norandrostanici, ad alta potenza per la capacità contraccettiva, ma capaci di indurre fenomeni di androgenizzazione fissandosi direttamente sui recettori per gli androgeni. Inoltre, fissandosi sull'SHBG, si favoriva lo spiazzamento del testosterone già legato, che andava ad incrementare la quota liberà, attiva. Si cercava dunque la "quadratura del cerchio" per arrivare ad una soluzione che fosse ottimale per le varie indicazioni, contraccettiva e cutanea, mantenendo un buon profilo di sicurezza. Le nuove "pillole" a base di clormadinone acetato hanno numerosi vantaggi. Questa molecola NON si lega all'SHBG ma all'albumina, BLOCCA i recettori per gli androgeni, ed inibisce la 5 alfa reduttasi, implicata nella produzione di DHT. Quindi, unitamente all'azione dell'etinilestradiolo, che promuove una soppressione di androgeni, ed un aumento della quota di SHBG, che lega ulteriormente gli androgeni, può avere un ruolo molto importante nella riduzione di acne e seborrea. Occhi puntati dunque su queste ulteriori armi terapeutiche per l'acne nelle giovani donne.

    DANIELE dr. LANGELLA.

       

    La gravidanza è a rischio se il futuro padre fuma

    La gravidanza è a rischio se il futuro padre fuma

     La gravidanza, secondo uno studio svizzero, è a rischio se il futuro padre fuma. È risaputo che il fumo di sigaretta è nocivo per la salute, in particolar modo per le donne che si trovano in uno stato così delicato come la gravidanza. Il rischio si verifica sia se la donna è la fumatrice, e quindi il fumo causa i danni direttamente al nascituro, sia se il fumatore è l’uomo. In quest’ultimo caso però il problema nasce per le alterazioni che il fumo causa a carico dello sperma. Lo studio, condotto dai ricercatori del centro di medicina per la riproduzione assistita ProCrea di Lugano (Svizzera), ha coinvolto 816 pazienti. Su questi ultimi è stato eseguito un esame, normalmente eseguito negli Stati Uniti, per valutare la fertilità degli uomini fumatori. Questo test consiste nell’analizzare il grado di frammentazione del DNA spermatico e di conseguenza l’effetto che ha su una gravidanza. Analizzando i pazienti, i ricercatori hanno scoperto come un alto grado di frammentazione aumenta il rischio di aborti spontanei e quindi l’interruzione della gravidanza. La ricerca è stata presentata qualche giorno fa al congresso annuale Eshre (European Society of Human Reproduction and Embriology) di Stoccolma. Il risultato di questo studio conferma come il fumo sia un fattore di rischio per il grado di frammentazione del DNA. Il consiglio degli specialisti, ne confronti degli uomini, in particolare per chi ha il desiderio di diventare padre, di smettere di fumare o almeno di ridurre il numero di sigarette, e di seguire una cura a base di vitamina E, almeno per qualche mese.

    Daniele dr. LANGELLA.

     

     

       

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