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Italia Protagonista - Cava de' Tirreni

GASPARRI: Il caos non sarebbe il bene per l'ItaliaL’intervento del capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, pronunciato il 22 dicembre 2011 in occasione del dibattito sulla fiducia.

22 dicembre 2011 ore 16:10
Signor Presidente del Senato, signor Presidente del Consiglio, onorevoli senatori,
se, come il senatore La Torre, volessi far cadere il Governo per il quale invece voterò la fiducia (applausi dal Gruppo PdL), potrei intrattenere il pugliese senatore La Torre sulla nuova richiesta di arresto del senatore Tedesco appena pervenuta al Parlamento. Non lo farò, perché siamo qui per occuparci dei problemi dell’Italia e non per fare speculazioni politiche di parte, con spirito ottusoe poco saggio.
Quando Silvio Berlusconi si è dimesso da Presidente del Consiglio, lo spread tra bund tedeschi e BPT era di 456 punti. In molti avevano detto - e non li citeremo per generosità - che il solo evento di quelle dimissioni avrebbe prodotto uno calo di 100, 200 o 300 punti di spread.
Ho qui la serie di tutti gli spread delle ultime settimane e, salvo una punta verso il basso - si fa per dire - del 5-7 dicembre (intorno a 370 punti), questo indice è sempre stato sopra i 400 punti (ieri era a 485 punti). Si è detto che la manovra del Governo Monti contiene troppe tasse. Le manovre fatte dal Governo Berlusconi hanno avuto un valore complessivo di 265 miliardi di euro nell’arco temporale del 2008 - fino al 2014 come prospettiva - per azzerare il deficit entro il 2013, e le ultime manovre estive erano fatte, per il 60 per cento e più, di tagli di spesa, mentre quella attuale è prevalentemente basata su un aumento del prelievo fiscale.
Ci sono quindi in questa manovra luci e ombre, ma il Popolo della Libertà ha assunto una posizione seria e coerente e, come ha già detto alla Camera il segretario del nostro partito Alfano, voteremo favorevolmente perché siamo persone serie, leali e coerenti e non sono cambiate le condizioni che hanno portato a sostenere la nascita di questo Governo. Del resto, abbiamo sempre messo al primo posto il bene dell’Italia e oggi il caos non sarebbe il bene dell’Italia.
Ci sono modifiche che abbiamo voluto. Abbiamo detto no all’aumento delle aliquote IRPEF, abbiamo ottenuto riduzioni delle tasse sulle case a beneficio delle famiglie, così come c’è stata una maggiore indicizzazione delle pensioni; abbiamo detto no al tetto di 500 euro per i contanti e ad un uso troppo esteso dei conti in banca per anziani con pensioni minime. Abbiamo detto sì alla lotta all’evasione, che con il Governo Berlusconi ha raggiunto punte record, ma abbiamo contestato alcune norme penali che avrebbero causato più problemi che vantaggi. Abbiamo difeso la famiglia, anche in vista delle future discussioni sul quoziente familiare e sulla riforma fiscale. Abbiamo chiesto - perché le caste sono tante, non soltanto quelle dei palazzi della politica - dei limiti ai trattamenti economici delle alte burocrazie dello Stato e questo è stato un nostro impegno.
Riteniamo che queste norme debbano essere estese anche al di fuori della sfera pubblica e, poiché nel decreto si prevedono delle eccezioni affidate alle sue possibilità di scelta, le dico, presidente Monti, di non avvalersi di quella norma, perché ci sono molti stipendi che possono essere ridotti, nella pubblica amministrazione e non solo.
Per quanto riguarda le liberalizzazioni, riteniamo che si possa e si debba fare di più, ma che ci si debba confrontare, lo faremo con il Governo in queste ore e non accetteremo imposizioni. Riteniamo che le liberalizzazioni debbano riguardare, in primo luogo, i grandi potentati dei trasporti, dell’energia e dei servizi pubblici locali.. Non vogliamo limitarci a difendere alcune categorie, farmacisti, tassisti e professionisti, ma lo faremo ancora.
Riteniamo (caro Presidente, lei vi ha fatto cenno) che queste realtà vadano consultate, rispettate e quindi coinvolte nei processi di riforma che non possono essere imposti dall’alto.
Vogliamo, insomma, più libertà e meno supermercati COOP, come ci ha raccontato il libro «Falce e carrello» non a caso mandato al rogo per aver avuto il torto di raccontare la verità su alcuni attentati alla libertà di mercato.
Non siamo stati molto d’accordo con Sarkozy recentemente. Tuttavia, signor presidente Monti, quando l’ho ascoltato a Marsiglia al congresso del Partito popolare europeo egli ha detto: non credo al protezionismo, credo al libero scambio e alla concorrenza, ma questa deve essere leale. Non è normale far entrare in Europa dei prodotti che non rispettano le regole e che vengono imposti ai nostri produttori. Sarkozy si riferiva alla Cina.
Noi vogliamo il mercato globale, ma con regole uguali per tutti.
Questa è la prima liberalizzazione per la quale noi ci impegniamo.
Per il lavoro non abbiamo tabù. Vogliamo norme più moderne per aiutare ad assumere non a licenziare e vogliamo il confronto e il dialogo con le forze sociali e sindacali, come ha sempre praticato il governo Berlusconi per tre anni e mezzo... (Applausi dal Gruppo PdL) e vogliamo riprendere il percorso che il ministro Sacconi ha affrontata per il lavoro e, il ministro Matteoli per le infrastrutture. Vogliamo, insomma, un confronto con il Governo sui temi dell’economia. Ma agiremo, se sarà possibile, per un confronto tra Gruppi parlamentari e forze politiche per quelle materie che non rientrano certo nelle competenze del Governo. Mi riferisco alle riforme del Governo e del Parlamento affinché si abbia un Parlamento meno pletorico, con il superamento del bicameralismo perfetto per avere un sistema finalmente più efficiente.
E vogliamo anche (perché no?) riaprire la discussione sul presidenzialismo. Visto che potremmo averne uno di fatto cerchiamo di costruirne uno di diritto di presidenzialismo.

Vogliamo una strategia per aggredire il debito pubblico e non prenderemo lezioni da chi (si veda la Germania), come ha ricordato opportunamente ieri Libero (Mostra la pagina del quotidiano «Libero») nell’articolo «Trucca i conti del suo debito pubblico». Non siamo disposti a prendere lezioni da chi non è in condizione di darne all’Italia.
Non si vogliono gli eurobond? Allora, si facciano almeno i project bond per finanziare le infrastrutture. E la Germania non si illuda: esporta anche in Italia e un tracollo del sistema danneggerebbe anche quel Paese.
Ha detto Barroso che le riforme fatte non bastano; ha detto Sarkozy: non delegheremo ad altri la nostra sovranità economica.
Ebbene, anche l’Italia - ed è un compito che affidiamo al Governo - non delegherà a nessuno il proprio ruolo, la propria storia, la propria dignità nel contesto europeo.
Deve cambiare l’atteggiamento delle élite europee che considerano la democrazia delle Nazioni quasi un intralcio. Non c’è la democrazia sospesa in Italia, ma serve più democrazia per costruire l’edificio europeo.
Giuliano Amato ha detto recentemente che le decisioni europee appaiono confuse, che i Parlamenti si devono esprimere (e noi vogliamo che il Parlamento si esprima sui progetti europei) e ha detto Giuliano Amato - che cito pur avendolo spesso criticato - che ciò che è uscito dal Consiglio europeo del 9 dicembre sembra quasi un Frankenstein.
Concludo con una riflessione che affido a voi ricordando che vogliamo un’Europa che funzioni.
Nei giorni scorsi sono stato ad Assisi per il concerne di Natale. Considero quella basilica il cuore dell’Europa. La religione, l’arte, l’architettura trovano in quel luogo dedicato al patrono d’Italia, San Francesco, una delle più alte espressioni dell’umanità. Quando vado lì penso all’Italia ricca di valori, di fede, di storia e che senza di noi, senza la nostra identità l’Europa non sarebbe nulla.
Siamo indeboliti dagli spread, ma siamo rafforzati dalle nostre cattedrali e della nostra storia.
È con questo orgoglio e con questa speranza che auguro a noi tutti - è’ anche Natale e prima di quello del Presidente questo dovrebbe essere l’ultimo intervento da parte dei Gruppi parlamentari - un Buon Natale, dicendo a chi è fuori di qui che sappiamo quanto sia grande la preoccupazione del nostro popolo, ma che sappiamo quanto sia forte la nostra Nazione. L’Italia ha un grande passato. Vivere un duro presente. A tutti noi il dovere di dare all’Italia un futuro di grande speranza.
 

L'intervento del Presidente Gasparri in occasione della fiducia al Governo Monti.

Signor Presidente del Senato, Signor Presidente del Consiglio, onorevoli Senatori, voglio ringraziare in primo luogo il Presidente del Consiglio uscente, l'on. Silvio Berlusconi per il senso di responsabilità, dello Stato e la generosità dimostrate in questo frangente della vita della Repubblica. In quest'Aula del Senato il Governo Berlusconi ha sempre ottenuto una solida e ampia maggioranza che non é stata mai sconfitta e questo é motivo di particolare orgoglio per il Gruppo parlamentare del Popolo della Libertà che ho l'onore di presiedere.

Ringraziamo il Governo Berlusconi per l'azione svolta e per i risultati conseguiti su tanti fronti. E sarà necessario, nel momento in cui ci accingiamo a sostenere il Governo presieduto dal Sen. Monti, realizzare una operazione verità, che senza ignorare i problemi della nostra economia, metta in luce risultati importanti e positivi.

Ci sono dei dati fondamentali importanti e positivi per la nostra economia. L'avanzo primario dell'Italia é il migliore nell'Unione Europa ed ha raggiunto il 4,4%, mentre quello della Germania é l'1,5% e quello della Francia é addirittura negativo del 2,1%. Il nostro rapporto deficit-pil é sceso al 4,6% mentre quello della Germania é salito al 4,3% e quello della Francia é al 7%. I dati della disoccupazione italiana sono più bassi rispetto a quelli della media europea. C'é una crisi mondiale che non é soltanto una crisi italiana. Ci auguriamo che i dati dello Spread che ormai dettano i tempi della politica calino vertiginosamente. Siamo convinti che la situazione migliorerà in questi giorni, non starò qui a ripetere quanto é stato detto da molti esponenti della Sinistra che prevedevano conseguenze miracolose all'atto delle dimissioni del Pres. Berlusconi. Non é stato così, non poteva essere così. Ci auguriamo che le cose andranno meglio grazie allo sforzo corale di tutti quanti a partire da quello che farà il Popolo della Libertà.

E voglio ricordare che alla Camera dei Deputati i 308 voti ottenuti dal Pres. Berlusconi forse non erano sufficienti per una incisiva azione governativa ma nessun altro ne ha avuti di più in questa legislatura e ogni tentativo di mozioni di sfiducia é fallito, così come ogni volta che l'ha chiesta il Governo ha ottenuto la fiducia sia in questo ramo del Parlamento che nell'altro.

Vediamo troppe volte il nostro Paese sul banco degli imputati e nel ruolo di giudici altri Stati che non hanno le carte in regola. Rispettiamo la Francia, la Germania ma leggiamo analisi sugli errori che la Merkel e Sarkozy avrebbero commesso (Jean-Claude Juncker, presidente Eurogruppo, 16/11/11: "In Germania spesso ci si comporta come se il paese non avesse alcun problema, come se la Germania fosse esente dal debito mentre tutti gli altri avessero debiti eccessivi: il livello del debito tedesco è preoccupante, è più elevato di quello spagnolo solo che qui nessuno vuole rendersene conto").  Le banche francesi e tedesche sono piene di titoli tossici e di titoli pubblici greci ben più delle nostre banche.

La crisi finanziaria ed economica che stiamo vivendo viene da lontano, e vorremmo ricordare come abbiamo fronteggiato il disastro che colpì gli Stati Uniti nel 2008 (con fallimenti eclatanti). Quante speculazioni, quanta economia di carta, quanti errori del mondo della finanza. Oggi si critica la politica, che avrà le sue colpe, ma riteniamo che nel mondo delle banche e delle istituzioni finanziarie molti dovrebbero fare autocritica e confrontarsi per trovare insieme a noi le strade per la crescita. C'è ora una crisi dell'euro drammatica che Lei, Presidente Monti, conosce perfettamente. Quale deve essere il ruolo della Banca Centrale Europea? Qual é il destino di una valuta che non ha alle spalle istituzioni sufficientemente solide né una realtà bancaria che ne possa sorreggere in maniera adeguata la vita. Bisogna fare molto in Italia, ma forse bisogna fare molto di più in Europa. Capi di Stato e di Governo convengono sulla necessità di rivedere gli stessi Trattati che regolano la vita dell'Unione Europea.

Si fa presto a parlar male della classe politica italiana ma noi riteniamo che chi ha retto le sorti dell'Europa forse avrebbe potuto evitare molti errori, ammettendo ciò. 

Prof. Monti noi Le daremo oggi il nostro consenso per il nostro senso di responsabilità nazionale, del quale siamo orgogliosi, ma lo facciamo anche in riferimento agli obiettivi programmatici che il Governo Berlusconi ha illustrato il 26 di ottobre all'Unione Europea con una lettera che resta per noi il programma da completare e da attuare in questo scorcio di legislatura. Le manovre approvate questa estate e la legge di stabilità approvata nei giorni scorsi hanno già realizzato per oltre il 50% gli obiettivi di quella lettera. Si tratta di completare l'opera e siamo qui per questo. Il nostro vincolo è dettato da quei programmi e da quei contenuti. E vogliamo ricordare che il Governo di centro-destra ha realizzato dal 2008 e nella prospettiva del 2014 una manovra economica pari a 265 miliardi. Con un impegno e con una determinazione che nel passato, quando i Governi duravano otto-nove mesi non sarebbe stato possibile nemmeno immaginare.

Riteniamo che occorrano coraggio e decisione in molti campi. Ad esempio per la previdenza, senza iniquità e nel rispetto dei diritti del mondo del lavoro, ma con un coraggio riformatore che guardi ai diritti delle nuove generazioni. Noi abbiamo fatto molte cose.  Molte siamo disposti a farne oggi insieme. Abbiamo varato norme importanti, ricordo l'art. 8 nella manovra economica, che non apre la strada ai licenziamenti ma al contrario, attraverso la rimozione di eccessive rigidità, incoraggia le assunzioni e la creazione di lavoro, e frenare le delocalizzazioni che troppi imprenditori hanno realizzato, affittando le pagine dei giornali in Italia ma spostando alcune loro produzioni dall'altra parte del mondo.

Vogliamo condividere un piano di aggressione al nostro debito pubblico, vogliamo l'attuazione di quelle misure per il Sud che anche nei giorni scorsi con il piano Euro-Sud il Governo uscente alla presenza dei rappresentanti dell'Unione Europea ha avviato.

Lei Presidente Monti é noto per voler tutelare con grande rigore i principi della concorrenza. Abbiamo varato molte norme in questo campo, vorremmo che la libertà della concorrenza fosse ampliata ma che anche le professioni vedessero rispettata la loro competenza. E in materia di tutela della concorrenza abbiamo bisogno di difendere anche i nostri mercati e i nostri produttori. Ci sono troppe forme di concorrenza sleale. Ci sono parti del mondo come la Cina dove non ci sono regole a tutela dell'ambiente, del lavoro, dei diritti sociali, dove non vigono nemmeno le elementari regole della democrazia. Libertà di concorrenza vuol dire competere tutti ad armi pari, con le stesse regole.

Riteniamo che in questa fase politica uno schieramento come il nostro, il Popolo della Libertà, non possa rinunciare alla difesa di valori fondamentali anche di valori non negoziabili, e che soprattutto in quest'Aula sono stati difesi con chiarezza. Il nostro Partito ha i valori del Partito Popolare Europeo del quale siamo onorati di far parte. Non é compito di questo Governo affrontare tali questioni, ma le affronterà il Parlamento e troverà in noi saldezza di posizioni e coerenza assoluta. Vogliamo difendere il ruolo del Parlamento e della politica. Si dice che le forze politiche che si accingono a sostenere il Suo Governo dispongano di una sorta di interruttore per accendere o spegnere la luce che deve illuminare l'azione del Suo Esecutivo. Non vogliamo avvalerci di questo potere in maniera vessatoria e giammai ricattatoria.

Vogliamo però rivendicare il ruolo delle forze politiche che sono in quest'Aula in rappresentanza di milioni di elettori. E' opportuna una fase di tregua e di impegno nazionale, ma non rinunciamo alla responsabilità, alla dignità, al ruolo della politica e della democrazia che é basata sull'esercizio della sovranità popolare in nome della quale noi siamo qui e in nome della quale eserciteremo ogni giorno, ogni ora il nostro ruolo consapevoli del mandato che gli Italiani ci hanno affidato e nel loro diritto di esprimersi superata l'emergenza.

Vogliamo difendere le ragioni del bipolarismo in vista di confronti democratici ed elettorali che arriveranno, con regole se sarà necessario diverse, ma che saranno frutto di un confronto politico che non riguarda questo Governo ma che riguarda il Parlamento. Non rinunceremo nemmeno all'impegno per la riduzione dei costi della politica e delle caste di tanti palazzi, delle accademie e delle banche, alla modernizzazione del Parlamento stesso, al superamento del bicameralismo perfetto, al rafforzamento dei poteri  dell'Esecutivo. Sono compiti che spettano alla politica.

Ci sono gli errori della politica ma ci sono gli errori della finanza e dell'economia. Rispettiamo il mercato e la nostra che é una grande forza liberale lo rispetta più di altri. Conta lo Spread, contano gli indici azionari ma conta la libera espressione dei popoli. Diciamo anche agli amici della Lega che noi ci auguriamo che il nostro cammino parallelo e unito possa proseguire nel futuro, per realizzare riforme che riguardino le istituzioni e il nuovo assetto federalista. E continua anche sui territori, dove governiamo insieme in tante Regioni e tante città. Siamo orgogliosi del ruolo e dell'azione svolta dal Popolo della Libertà, raccogliamo questa sfida, ci rimbocchiamo ancora una volta le maniche, avendo lavorato da sempre per la nostra Nazione.

Non esiste vento favorevole  per il marinaio che non sa dove andare. Noi Le auguriamo Presidente Monti sinceramente di avere chiara la rotta da seguire, noi sappiamo come Popolo della Libertà qual'é il nostro destino, servire la Nazione, per il Governo oggi in Parlamento, domani forti di un rinnovato consenso popolare. Il vento che deve gonfiare le nostre vele é il vento della democrazia, della sovranità popolare.

Oggi non cambiamo percorso perché l'amor di Patria, il servizio della Nazione restano per  noi imperativi morali che ci portano ad affrontare questa fase di emergenza attenti, giorno per giorno, ora per ora, a svolgere il nostro ruolo.

Non ci sentiamo né commissariati né sconfitti. Abbiamo responsabilmente scelto di condividere l'azione del Governo che Lei presenta oggi al Parlamento per uscire da un'emergenza economica e finanziaria non nata in Italia, non causata dall'Italia, vissuta con difficoltà dall'Italia per un debito pubblico pericolosamente accumulatosi nei decenni. Verificheremo la coerenza del Suo agire con i programmi concordati nell'ottobre di quest'anno in sede europea. La nostra é una scelta sincera, senza riserve mentali perché libera e responsabile, così come dovrà essere responsabile e rispettosa del Parlamento e delle forze che qui rappresentano la democrazia del Paese l'azione del Suo Governo. Faremo la nostra parte al servizio dell'Italia che amiamo, certi che lei farà la sua nel pieno rispetto del Parlamento.

   

Estratto sentenza a Favore del Sen. Gasparri

Maurizio Gasparri

"A volte capita. L'Unità è stata condannata per diffamazione nei miei confronti. La decisione della magistratura riguarda una serie di articoli di tale Maria Novella Oppo che da anni si è impegnata in una costante opera di insulto. L'Unità è stata costretta tra l'altro a pubblicare l'estratto della sentenza sulle sue pagine. Una volta tanto una soddisfazione da parte dei Giudici. Vi faccio vedere l'estratto della sentenza pubblicata a pagina 25 sull'Unità di lunedì 5 dicembre 2011".

   

Giornata della Legalità

   

programma festa PDL/Italia Protagonista

Piazza Amendola , Battipaglia (SA)

 

   

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